Il Coronavirus ha cambiato le nostre abitudini, i nostri modi di vivere, la quotidianità, ma anche la composizione del carrello della nostra spesa.
Il motivo è noto: la paura di quarantena ha spinto tutti a fare più scorte possibili bruciando i tempi.
E così gli angresi stanno costruendo una vera e propria “dispensa dell’emergenza”.
Molti dicono che non ce n’è bisogno, non siamo una metropoli per cui tutto è sotto controllo, si riesce a trovare tutto e sempre anche al negozio sotto casa.
Ma giustamente la preoccupazione è talmente tanta che la corsa alla grande spesa è forte, per cui, obbligati anche dall’ordinanza “alfabetizzata” del sindaco Ferraioli, balzata con grande scalpore agli onori della cronaca nazionale, armati di mascherine e guanti partiamo a fare la grande spesa.
Per prima cosa dobbiamo, come detto, controllare quando possiamo uscire, incrociare l’iniziale del nostro cognome con i giorni della settimana, poi stilare, in accordo con gli altri componenti della famiglia, la lista ben precisa della spesa, quindi bisogna raggiungere, senza aver dimenticato l’autocertificazione, il centro commerciale o il negozio che a noi sembra più adatto.
Ma cosa pensano i commercianti e i clienti di questa rivoluzione della spesa?
Io penso che il pranzo pronto, la pasta fresca, non sia un bene di prima necessità, – esordisce così Santolo Iannone, titolare de “Il piacere della tavola”- a salvaguardia della salute dei dipendenti e dei clienti era meglio rimanere chiusi.
Solo salumerie e farmacie sono beni di prima necessità, il resto per evitare contagi – conclude Iannone – devono rimanere chiusi.
Dello stesso avviso Alfonso Porpora, proprietario del supermercato al prolungamento di corso Italia “La bottega dei sapori” che dice: “Siamo aperti ma quanta fatica e che preoccupazione. Si lavora molto, si sta facendo veramente un tour de force stressante che non auguro a nessuno, soprattutto perché la paura dell’infezione è tanta, era meglio rimanere chiusi”.
Dalle pagine social invece Lena Conte, titolare dell ‘Iperg, centro commerciale tra i più grandi e di sicuro il più longevo di Angri
scrive : “Volevo dire che è sbagliato criticare i nostri dipendenti, loro svolgono con serietà il proprio lavoro. Ammonire chi non rispetta le regole, come mantenere un metro di distanza, vuole dire capire il momento.
La legge ci ha dato delle regole e noi le rispettiamo, chiedere di spostarsi o farsi più in là, non vuol dire che si pensa di avere a che fare con qualche contagiato, ma è salvaguardare se stessi e la propria famiglia.
Quasi tutti i miei dipendenti hanno bambini che li aspettano a casa o magari genitori anziani che vivono con loro. Riguardo la merce negli scaffali mi sembra che questa non manchi infatti cerchiamo di riempire tutto ripetutamente. Infine per la spesa con l’ordine alfabetico noi non siamo tenuti a chiedere i documenti ma vi posso assicurare – continua Lena Conte – che i vigili eseguono molti controlli e non hanno riscontrato nessuno che abbia infranto la regola.
Tra la clientela invece Maria D. dichiara: “In quest’ultimo periodo non ho trovato eccessiva difficoltà a fare spesa sia recandomi personalmente sia facendone richiesta a domicilio. I commercianti infatti si sono resi immediatamente disponibili. Credo che la turnazione alfabetica sia positiva, nel senso che bisogna trovare qualsiasi metodo per ridurre le persone che fanno spesa contemporaneamente. Quello di cui non sono convinta è che tutti rispettino la turnazione. Inoltre mi è capitato di trovarmi in un negozio dove ho pazientemente aspettato il mio turno all’esterno, ma una volta dentro dopo pochi minuti mi sono ritrovata con qualche cliente a girare contemporaneamente per il negozio tra gli scaffali, quindi la distanza di un metro almeno in alcuni frangenti non è stata rispettata. Quindi credo che i commercianti anche se il negozio è abbastanza grande dovrebbero fare entrare il cliente successivo solo quando il precedente esce. Altrimenti serve a poco fare la fila, per non essere tranquilli di fare la spesa in sicurezza una volta entrati. Anche perché presi dall’ansia di fare presto per non rimanere troppo con altre persone si rischia di fare in fretta e furia dimenticando di prendere qualcosa di essenziale.”
Nicola S. invece dice: “Puntualizzando che ci troviamo comunque in una situazione difficile per cui non andrebbero criticate le norme istituite per il bene pubblico, dal mio punto di vista si sarebbe potuto pensare di organizzare in modo diverso la spesa in ordine alfabetico per alcune motivazioni.
Innanzitutto ho notato che avendo un solo giorno a disposizione per la spesa, le famiglie sono costrette a fare grossi carichi per sostenere le loro esigenze settimanali. Di conseguenza questo obbliga a trascorrere più tempo all’interno dei grossi supermercati dove si pensa di riuscire a trovare più beni e servizi a discapito dei piccoli esercizi commerciali, anche loro forniti, creando così maggiori possibilità di assembramenti. Inoltre ho notato che uscire una sola volta a settimana crea ansie psicologiche su chi deve andare a fare gli acquisti, per via del tempo che dovrà impiegare per effettuarli o delle persone che potrebbe incontrare. Oltre alla difficoltà di acquistare da soli tutte le scorte necessarie per una sola famiglia.
È stata anche fornita la consegna a domicilio e questa è un’ottima notizia, ma alcuni potrebbero comunque avere difficoltà ad utilizzarla per vari motivi e non sempre funziona nel modo corretto.
Per questi motivi, si sarebbe potuto diversificare la possibilità di uscire per la spesa dei beni alimentari, distribuendo su tre gruppi l’alfabeto dei cognomi dei capi famiglia, invece che dei sei attuali. Cosicché ogni famiglia avrebbe avuto due giorni a settimana per uscire, evitando di trascorrere troppo tempo nei grossi supermercati, accorciando le code fuori da essi, e allentando il lavoro estenuante dei loro addetti. Inoltre si sarebbero potuti maggiormente favorire i piccoli commercianti alimentari che comunque stanno fornendo il loro supporto, ma che a volte vengono ignorati a discapito dei grossi supermercati.
Quindi, essendo questa una soluzione meno rigida rispetto a quella attuale, si potrebbe proporre per la fase due della quarantena, così da garantire maggiore libertà di organizzazione e minor stress a tutti i cittadini.
Detto ciò, sottilineo che essendo la situazione difficile e senza precedenti, ognuno di noi deve continuare a rispettare le regole e attenersi alle norme istitute dagli organi competenti, auspicando che quest’ultimi possano trarre giovamento dalle opinioni dei cittadini per migliorare la vita in questo momento difficile”.
Insomma i problemi ci sono, il periodo non concede tregua.
Per i commercianti si evidenziano paure, incertezze e noi aggiungiamo legati a questi, ci sono anche problemi legati all’economia, alle scadenze che soprattutto i piccoli negozi, non riescono a sopportare, alle normative che per ovvi motivi sono diventate più stringenti.
È vero che quasi tutti hanno organizzato la spesa a domicilio e con le dovute cautele sono venute fuori delle belle e positive realtà. Negozi piccoli e grandi che pur di accontentare la clientela e offrire il servizio si sono organizzati, ma hanno dovuto adeguarsi assumendo, in alcuni casi, personale.
Ed è pur vero che sono nati anche molti portali che rispondono a questa esigenza e anchessi prendono in carica, le richieste, anche le più inusuali di questo periodo.
Ma anche qua, bisogna avere qualcuno che se ne occupa poiché una finestra su internet ha bisogno di qualcuno che pa apra e la tenga aperta.
Per la clientela si sarebbe dovuto fare di più, ma comunque, ognuno è ligio alle regole e rispettoso della sua salute e quella degli altri.
Quello che noi diciamo è stare attenti, il nemico non è morto anzi è più vivo che mai. Bisogna prestare attenzione, non abbassare la guardia. Un minimo di disattenzione e il virus ti aggredisce, tantè che siamo passati da pochi casi a un numero abbastanza considerevole, nel giro di pochi giorni, e non serve sapere dove come e quando. Il metodo per ucciderlo restar a casa.Voi fate la spesa rispettando i criteri che ci sono stati imposti, preferendo anche i negozi sotto casa, fatela con lucidità, senza affanno e con la raccomandazione che se notate prezzi gonfiati, denunciate.
Per chi approfitta in questo periodo, aumentando prezzi, approfittando e non rispettando le regole vale il detto famoso :” Sui cadaveri dei leoni mangiano i cani, ma i leoni restano leoni e i cani restano cani”.